Centoquaranta (140) anni fa, nasceva a Napoli Riccardo Filangieri, discendente dalla nobile famiglia legata alla storia del Regno delle Due Sicilie.
Riccardo Filangieri va ricordato soprattutto per il gran lavoro svolto come sovraintendete dell’Archivio di Stato di Napoli, dal 1934 al 1956.
Durante quegli anni, riuscì nell’impresa di recuperare ed acquisire presso l’Archivio, una serie di raccolte private da nobili famiglie napoletane (e campane), evitandone un possibile smembramento dovuto al tempo ed alle successioni.
Tra questi, quello che sicuramente ha valore più significativo, è l’immenso Archivio Borbone. Gli oltre 35.000 fascicoli recuperati da Monaco di Baviera, furono portati in “salvo” da Francesco II dopo la caduta di Gaeta del 1861.
Tra i tanti meriti inoltre, c’è da segnalare l’accurata e certosina ricostruzione dell’Archivio Angioino (attraverso precedenti studi effettuati da studiosi di tutta Europa), distrutto dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale (circa un migliaio di documenti) e che rappresentavano il “bene” più prezioso dell’Archivio di Stato e della città di Napoli.
Riccardo Filangieri fu anche Presidente dell’Associazione Archivistica Italiana, Segretario dell’Accademia Pontaniana, presidente di numerose altre associazioni di settore sia nazionali che internazionali. È stato anche docente della Federico II dal 1928 al 1934, insegnando Storia dell’Arte ed è stato Gran Collare dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, oltre ad aver ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi.
Se oggi assistiamo ad un revisionismo storico ed a una riscoperta culturale identitaria, forse, un po’ (o tanto), lo dobbiamo anche a lui. A Riccardo Filangieri.

Davide Brandi