Lo diciamo da tempo: le nostre tesi stanno vincendo nonostante i soliti ostacoli e i soliti  nemici (sempre meno numerosi, in verità). I pari diritti Nord/Sud arriveranno quando i ragazzi del Nord e del Sud diventeranno classi dirigenti dopo essersi liberati di immotivati complessi di superiorità e di inferiorità, dopo aver capito come è stata unita l’Italia e come è stata governata per 160 anni.
In certi casi le nostre proteste presso le case editrici hanno funzionato e funzionano. In altri casi si tratta di scelte “autonome” e frutto, in fondo, delle tante attività culturali e divulgative realizzate in questi anni.
A seguire qualche indicazione utile con una “classifica” (1, 2 o 3 gigli-verità) in attesa di altre segnalazioni e con qualche indicazione per i docenti che nei prossimi giorni dovranno scegliere i libri di testo.
Gennaro De Crescenzo

NOI DENTRO LA STORIA, PEARSON
Ampio spazio alle industrie delle Due Sicilie (novità assoluta tra libri che da 160 anni parlano solo di “arretratezza”). “Nell’Ottocento il Regno delle Due Sicilie ospitava alcuni dei maggiori poli industriali della nostra penisola. Tra gli stati italiani possedevano fabbriche di un certo rilievo il Piemonte e il Lombardo-Veneto ma le prime grandi industrie della nostra penisola nacquero nel Regno delle Due Sicilie governato dai Borbone… Le grandi acciaierie di Mongiana. Il grande polo siderurgico di Mongiana: qui vennero realizzate le rotaie per la prima ferrovia italiana Napoli-Portici e anche i binari per altre ferrovie italiane oltre che i primi ponti sospesi in ferro e il Real Ferdinando molto innovativo per l’epoca… Le grandi industri del napoletano. Le grandi industrie metalmeccaniche di Pietrarsa, i cantieri di Castellammare, i più avanzati in Italia dove fu costruita la prima nave a vapore e la prima nave in ferro in Italia.
Le industrie navali sostenevano la marina mercantile borbonica, una delle più avanzate al mondo… Un’industria diffusa sul territorio. Con la prima borsa valori del Regno a Bari, le industrie tessili, chimiche e legate all’olio in Puglia, Sicilia o Basilicata con oltre 5000 fabbriche nel Sud continentale [la cifra che indicavo, con altre notizie nel mio vecchio libro su “Le industrie del Regno di Napoli”…]
3 GIGLI

MILLENNIUM, LA SCUOLA
In un intero paragrafo (“Il tesoro di Napoli: la ricchezza monetaria”) si riportano in maniera articolata le famose tabelle di Nitti sui 443 milioni conservati nelle banche del Sud preunitario (sui 668 complessivi in Italia) con ripartizioni relative a oro e argento.
2 GIGLI

TEMPI MODERNI, PEARSON
Diversi passaggi sulla “difficile unità d’Italia”, con un capitolo che si pone una domanda (“La guerriglia nel Sud fu lotta di liberazione?”) e, nell’ambito di un tema-dibattito proposto agli allievi, in opposizione al racconto dei “trionfi risorgimentali”, si espongono altre tesi (“il regno borbonico era così arretrato? L’annessione portò veramente libertà e fu davvero poco cruenta?”). In conclusione un brano intero dal libro Terroni di Pino Aprile proprio sulle modalità e le conseguenze dell’unificazione.
3 GIGLI

LE FORME DELLA MEMORIA, LOESCHER
Parte dalla visione “ufficiale” (e dal solito Gladstone) ma presenta, poi, diversi spunti interessanti sulle recenti visioni alternative del Risorgimento (si citano, tra gli altri, i testi di Gigi Di Fiore), sulla “brutalità” dei fatti di Bronte e dell’intero processo di unificazione, sui “briganti difensori di tradizione, fede e patria” e con un questionario sulla “spietata repressione”.
2 GIGLI

GRAZIE per segnalazioni e analisi a Ivan Cuocolo, Maria Franchini, Annamaria Pisapia.