La ripartizione dei fondi europei: antichi vizi e nessuna virtù? Questo non è un Paese per Meridionali…
In un’epoca di grandi stravolgimenti, in cui si ha l’impressione che tutto possa cambiare, che antichi equilibri siano destinati a saltare, un’epoca in cui anche le certezze più granitiche sembrano vacillare… ebbene noi meridionali possiamo stare tranquilli poiché la nostra “patria” continua imperterrita nel perpetrare il solito esercizio di favorire le aree più ricche del paese. A questo punto ci sorge il dubbio che tale comportamento sia attuato di proposito, solo ed esclusivamente per non destabilizzarci e per mantenere sano e salvo il nostro equilibrio mentale… e questo ci porterebbe anche a dover ringraziare i nostri governanti.

Battute a parte, dobbiamo ahimé constatare che in un momento storico nel quale persino l’Unione Europea ha abbandonato le vecchie politiche basate sul rigore dei conti pubblici ed ha concesso per la prima volta una gran quantità di denaro all’Italia (sia chiaro: allo scopo di ridurre il divario tra le due aree del Paese), i nostri politicanti, con un accanimento quasi surreale, continuano a propinarci vecchie ricette.
Solo per citare qualche recente episodio, abbiamo assistito da parte della ministra Carfagna, allo sbandieramento del famoso 40%  al Sud delle risorse del PNRR, propinato come un risultato favoloso anche se ben lontano da quel 70% calcolato dagli economisti più attenti (certamente non “faziosi neoborbonici”). La stessa ministra ha più volte ribadito che vigilerà attentamente affinché questa percentuale venga rispettata. Orbene si ha l’impressione che non ci si renda conto della gravità di certe affermazioni. In un paese “normale”, sarebbe forse necessario che un ministro debba “vigilare” sui suoi colleghi di governo? Riteniamo invece che in un Paese normale tali affermazioni avrebbero suscitato una reazione forte, magari non un’inchiesta, ma almeno un’interrogazione parlamentare, qualche titolo in prima pagine e invece…niente, tutto “normale” poiché siamo, ahimé, abituati a subire, e neanche l’ennesima grave ingiustizia riesce a scalfire l’indifferenza/convenienza dei politici meridionali.

Bisogna invece riconoscere che la ministra Carfagna aveva proprio ragione, poiché il primo bando che ha attinto ai fondi europei (quello per gli asili nido) nascondeva la prima trappola costituita dal parametro del cofinanziamento, grazie al quale i comuni più ricchi avrebbero ottenuto più risorse (e quindi su cosa ha vigilato la ministra?). Orbene sarebbe il caso di farsi una domanda: chi ha inserito questo parametro? Chi ha provato ancora una volta ad aumentare il divario Nord-Sud su un tema così delicato come la scuola? Noi vorremmo saperlo, vorremmo che venisse reso pubblico il nome della persona o delle persone che hanno concepito un tale scempio, così che si dia finalmente un volto al politico di turno (magari meridionale) che ha svenduto il suo territorio.

Altra questione dirimente è quella dell’enorme buco nero costituito dai progetti “non territorializzabili” (!?) all’interno del PNRR. Infatti il governo ha ben spiegato che il famoso 40% al Sud riguarderà solo i progetti che hanno una connotazione geografica precisa e pertanto altri progetti generici non rientreranno nella ripartizione prestabilita, con il rischio di finire nelle solite mani rapaci. Ed infatti, a sorpresa, il Ministero delle Infrastrutture ha incluso l’Alta velocità nell’elenco degli investimenti non territorializzabili, come denunciato dal Mattino del 2/1/22. Ma quale progetto ha una destinazione geografica più identificabile dell’Alta Velocità? Saremmo curiosi a questo punto di capire quali sono i criteri per definire cosa sarà incluso e cosa escluso, poiché è nelle pieghe della burocrazia, nei meandri oscuri dove regnano i tecnici dei ministeri che si nascondono le insidie maggiori. Ma soprattutto anche in questo caso pretendiamo di conoscere i nomi e i cognomi dei promotori di tale iniziativa…

In conclusione possiamo affermare che finché non avremo una forza politica capace di rappresentare esclusivamente gli interessi del Sud, ci ritroveremo sempre nella stessa condizione, con l’aggravante che l’opportunità di attingere ad una tale quantità di fondi non ci ricapiterà più. È l’ultimo treno e sta già passando…
Augusto Forges Davanzati
Commissione Opere Pubbliche, Commissione Economia