“Parigi sprofonda pericolosamente nella spirale dei furti e delle violenze”. È il (dimenticato) titolo-denuncia proprio di Le Figaro qualche anno fa. Un paio di mesi fa, però, Le Figaro ha pubblicato un reportage su Napoli ripreso dai giornali napoletani e nazionali (non si sa perché) solo oggi. Nel reportage la frase ad effetto “Napoli terzo mondo d’Europa” e una serie di osservazioni: alcune vere, altre eccessive, come capita da 160 anni anche con i nostri media quando si parla di Napoli e del Sud. È condivisibile la denuncia del debito pubblico, dell’abbandono di Bagnoli o delle strade, dei servizi o delle periferie cariche di povertà.
Meno condivisibile la solita evidenza data alla camorra o ai “cliché che imprigionano la città”. Meno condivisibile il fatto che, pure trattandosi di un giornale così famoso, non ci sia il minimo approfondimento sulle colpe delle classi dirigenti (e, meno, dei Napoletani che, astensione enorme a parte, in questi anni hanno provato a votare tutti i “rivoluzionari” di turno). Nessun approfondimento sull’abbandono di Napoli e del Sud da parte di uno Stato che ha sottratto a questi territori oltre 800 miliardi di euro in circa 20 anni.
Ammesso che definire qualcuno “del terzo mondo” sia un’offesa e premesso che Napoli per secoli è stata una delle più grandi e importanti capitali del mondo, forse la giornalista francese e i suoi imitatori napoletani e italiani, farebbero bene a dare UN OCCHIO ANCHE A PARIGI con il suo tasso di 1,3 omicidi ogni centomila abitanti (quasi la metà -0,8- a Napoli)…