Inevitabile fare qualche considerazione sulla nuova classifica italiana della qualità della vita nelle città italiane.
1) Uno Stato in cui figurano agli ultimi posti per qualità della vita alcune città che sono state nei secoli, e fino al 1860, alcune tra le città più ricche e popolose del mondo conosciuto (Napoli, Palermo, Siracusa, Crotone, Agrigento) e faro di civiltà, qualche domanda su dove ha sbagliato (e continua a sbagliare) se la deve pur iniziare a fare.
2) Gli ultimi 50 posti della classifica sono tutti occupati da città di una sola area geografica dello Stato. Qualche domanda bisognerà pure che se la facciano tutti.
3) Le città dove la qualità della vita risulta migliore hanno la più alta percentuale di suicidi e viceversa. Altre domande sulla validità di questa classifica bisognerà pur farsele.
4) Come si può accettare di stare ancora in un unico Stato, se le differenze tra le condizioni di vita invece di diventare più omogenee negli anni, continuano a divergere?

Promontorio Cervantes

P.S. Nell’immagine la città di Napoli (penultima per vivibilità).