Pochi giorni fa uno strano caso legato al regionalismo differenziato che da anni i leghisti invocano, sostenuti anche dai non leghisti del Nord. In sintesi si tratta della possibilità di gestire direttamente in regione competenze e tasse e, in sintesi, si tratta, dopo le beffe ancora in corso del federalismo fiscale (pure presentato come “una salvezza”), di un ennesimo colpo al Sud.
In sintesi, chi più ha più avrà e poco importa che al Sud tocchino (da 160 anni) più o meno la metà dei servizi o dei diritti che toccano al resto dell’Italia. Poco importano anche i drammi economici e sanitari tuttora in corso. Poco importano anche i danni creati dal caos dei rapporti tra le singole regioni durante la pandemia.
Nelle prime bozze della “Nota Aggiuntiva al Documento di Economia e Finanza 2021”, non figurava quello che il prof. Viesti ha definito “secessione dei ricchi”. Nell’ultima bozza appare la voce “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata”.
L’ennesima dimostrazione della forza del “partito unico del Nord”? Come denuncia Il Fatto Quotidiano, “un regalo di Draghi ai leghisti non salviniani” e cioè ai leghisti più legati al Nord e senza neanche vaghi progetti di partito “nazionale”?
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