Nella cartina allegata (elaborazione del Mattino) le linee ferroviarie interessate dai finanziamenti del Recovery Fund. Al di là delle polemiche ancora in corso per l’assegnazione del 40% dei fondi al Sud (e non del 70% circa, come previsto dai criteri europei), vi chiediamo di dare un occhio a questa cartina. Noi non possiamo che prendere onestamente atto del fatto che al Sud siano stati assegnati fondi consistenti (anche se non tutti quelli che ci sarebbero spettati) ed è evidente anche nella cartina. Vi pare che in questo modo, però, si possa iniziare a colmare il divario Nord/Sud anche in un settore fondamentale come quello delle ferrovie? Non è evidente che, assegnando più o meno la stessa quota alle tre macroregioni italiane, quel divario resterà più o meno uguale dopo 160 anni e magari per i prossimi 160 anni? Quella che deve e dovrebbe cambiare, in Italia, è una cultura e dovrebbe cambiare al punto da far capire (a Nord come a Sud, anche a quelli che in queste ore, parlamentari o opinionisti di turno, stanno festeggiando per questi finanziamenti) che esiste un divario enorme, che non è colpa del Sud se esiste e che colmarlo è l’unica strada per salvare l’Italia, se si vuole ancora salvarla senza egoismi e senza “eccessi” come quelli dimostrati anche in questa cartina assicurando sempre il superfluo ha chi ha già il necessario e non il necessario a chi ancora non lo ha. Ecco a cosa servono proteste e denunce, anche storiche, seguendo la linea complicatissima ma necessaria che seguiamo da anni.

MOVIMENTO PER IL NUOVO SUD

Commissione Opere Pubbliche, Porti e Trasporti