Quando si dice che la lingua napoletana sposa alla perfezione la musica (almeno alcuni stili musicali), la poesia e la prosa, alla base ci sono quei fenomeni fonetici che trasformano un’iniziale suolo (principalmente dal latino) in un qualcosa di più “scorrevole” o “sciuliariello”, come diremmo in lingua napoletana.
Ed oggi parliamo proprio di qualcosa che fa “sciulià” (scivolare) la fonetica della lingua napoletana, un fenomeno consonantico chiamato ASSIMILAZIONE.
È opportuno ricordare che l’ASSIMILAZIONE (sia “parziale” che “totale”), già è presente nel greco antico (es.: οπμα = ὄμμα, occhio), ma principalmente passa alla lingua napoletana variando il suono iniziale latino (del volgo o, in alcuni casi direttamente dal classico), ma troviamo esempi anche in alcuni lemmi provenienti dalle lingue dei popoli che in passato hanno governato la Campania (osco, lingue spagnole e francesi) ed in tempi più moderni troviamo la “napoletanizzazione” di alcuni lemmi dall’italiano (bandiera = bannera,-ND in -NN, benvenuto = bemmenuto, -NV in -MM).
L’ASSIMILAZIONE in linguistica, è dunque quel fenomeno che si verifica quando una consonante si “assimila” (diventa uguale) ad un’altra consonante ad essa contigua. Abbiamo assimilazione regressiva (molto comune) allorquando la prima consonante “si trasforma” nella consonante che segue e assimilazione progressiva (meno comune), quando è la seconda consonante a “trasformarsi” come la prima.

I nessi maggiormente soggetti ad ASSIMILAZIONE sono -ND, -LD, -MB, -NV, ma troviamo tracce anche da originari nessi latini quali -CT, -PT, -MN, ecc..
Scriviamo qualche esempio:
latino MUNDI (mondo) = MUNNO (-ND iniziale diventa -NN);
GAMBRARUM (gambero) = JÀMMARO (-MB in -MM);
MUNDARE (da MUNDUS, pulire) = AMMUNNÀ (-ND in -NN);
UNDAM (onda) = ÓNNA (-ND in NN);
OCTO (otto) = OTTO (-CT in -TT);
NDULCA (dal latino classico DULCIS = dolce) = ANNÚRCA (varietà di mela campana) (-ND in -NN);
INVIDIAM (invidia) = MMÌRIA (-NV in -MM);
IN MANO = MMÀNO (-NM in -MM):
LACTEM = ‘O LLÀTTE (neutro) (-CT in -TT);
SEPTE = SÈTTE (-PT in -TT);
SPINLAM (da SPINULAM = spilla) = ‘A SPILLA (-NL in -LL).

Come abbiamo visto dunque, l’ ASSIMILAZIONE “aiuta” rendendo più fluido il discorso, con meno articolazioni linguistiche. Un conto è dire “ANDIAMO”, un altro è dire “JAMMO”, un conto è dire “TONDO”, un altro è dire “TUNNO”. In pratica si fa meno fatica (grazie anche all’evanescenza finale delle vocali) e si ottiene anche più musicalità…: faticar meno per ottenere di più, e se ce lo insegnano gli antichi greci, la filosofia è sempre quella.

da ‘O QUATERNO ‘E NAPULITANO
di Davide BrandiRubrica sulla lingua napoletana