LE TRE GRANDI GIORNATE DI GAETA 2019. IL SOLE, LA BANDIERA, IL VENTO E QUEI BAMBINI… Un sole splendido ha segnato le tre giornate della Memoria (dell’Orgoglio e del Riscatto) a Gaeta, un sole vero su quel golfo incantevole ma anche tra di noi, tra tutti quelli che hanno partecipato al più grande raduno del mondo borbonico/meridionalista. Centinaia da tutta l’Italia e sempre più numerosi i nuovi “soldati di Gaeta”: sempre più consapevoli e fieri, fin dal venerdì, fino a riempire tutte le 120 camere dell’albergo, 300 solo nella sala-convegni (non era mai capitato e ci scusiamo per qualche disagio) con le presentazioni dei “libri dalle Due Sicilie”, per le visite guidate, per il “Parlamento delle Due Sicilie” sul futuro del Sud, per i progetti (storia e orgoglio anche in un carcere, i cippi di confine, i nuovi primati cartografici, le guardie d’onore, la lingua napoletana, i quadri dei Borbone da restaurare, il film-verità), per la cerimonia religiosa, per il messaggio e la bella telefonata del principe Carlo di Borbone, per quei plastici in carta e orgoglio realizzati in un carcere, per il teatro-verità della giovanissima ma (già) bravissima Laura Orabona, per le tammurriate-verità di Benedetto Vecchio e MBL, per gli interventi di Alessandro Romano e Daniele Iadicicco (artefici primi di Gaeta), di Pino Aprile (e il suo profetico e attualissimo “L’italia è finita”) e di un nuovo grande amico, il prof. David Laven (Università di Nottingham) che, tra applausi continui, ci ha spiegato la (vera) storia dei rapporti tra Due Sicilie e Inghilterra, le complicità e i silenzi colpevoli della storiografia (ieri come oggi). Consentitemi una osservazione e un pizzico di commozione: io non so quanti movimenti o partiti possono vantare questi numeri e, soprattutto, persone come quelle che (dopo i 1200 dei 25 anni neoborbonici a novembre) sono state con noi a Gaeta. Grazie a loro si respirava davvero un’aria bella a Gaeta, negli abbracci per strada, in quei piccoli “cortei” dei gruppi dalle Calabrie e dalle Puglie, nei saluti commossi, nei tanti “grazie” che abbiamo ricevuto, si coglievano segnali di rabbia e amore per la nostra antica Patria, quei segnali che aspettiamo da oltre 150 anni e che ci porteranno a costruire un futuro diverso per la nostra terra e per la nostra gente e per quei bambini (figli e nipoti, il segnale più bello) che correvano e giocavano nei corridoi dell’albergo e per strada o che hanno deposto, tra le lacrime, quei fiori sulla batteria mentre un vento inaspettato e prezioso (un caso?) faceva sventolare quella grande e meravigliosa bandiera nel punto esatto dove sventolava in quel freddo febbraio del 1861. E possiamo tornare a lavorare ai prossimi progetti (E a Gaeta 2020) più sereni e ancora più carichi di duosiciliana energia.
Gennaro De Crescenzo
PS Mai come in questo caso devo “condividere” queste parole con chi “ha fatto Gaeta” 2019 a partire dal nostro segretario e motore organizzativo (sempre dietro le quinte), Salvatore Lanza, Alessandro Romano (comunicazione continua e continua azione sul territorio), Daniele Iadicicco (azione “eroica” sul territorio, rapporti con le istituzioni, guide e pure ricerche), l’instancabile coordinatore giovanile Emilio Caserta, la gloriosa e preziosa Fondazione Il Giglio, gli autori dei libri (Marco Ascione, Alessia De Santis, Salvo Carreca, Alessandro Fumia, Domenico Macrì, Franco Schiano), Massimo Orsi e i nostri soldati di Imago Historiae, Fiore Marro (Comitati Due Sicilie, politica&”Parlamento”, cippi di confine con Franco De Angelis), il solito grande Pino Aprile, il nuovo grande Davide Laven, Davide Brandi e i Lazzari con la lingua napoletana, Antonietta Terlizzi (storia e orgoglio e splendide riproduzioni dei primati anche dove non te lo aspetti), Alessandro Malerba (e tutti gli amici delle Calabrie con l’Osservatorio delle Due Sicilie), Pino Marino con Daunia Due Sicilie e il film-verità Il Tramonto del Sole, Luigi Andreozzi e le Guardie d’Onore dei Borbone, Giuseppe Quartucci e il progetto-quadri (Ferdinando II e Francesco II), il maestro Salvatore Serio con la sua arte siciliana e la piccola Elena, il vero militante Ubaldo Sterlicchio con il suo militante gruppo, Daniele Tamburelli Lanzara, Augusto Forges Davanzati, Piero Caserta e Pino Pagano (il “Parlamento del Sud”, il futuro del Sud), il grande coro e l’inno della Real Cappella Napolitana, Matteo Vaia con la Bottega delle Due Sicilie e le “medaglie di Gaeta” per i relatori, l’editore Mediterraneo Carlo Capezzuto, l’impeccabile e insostituibile organizzazione di Giuseppe Riccardi, Laura Orabona e il suo teatro vero, Benedetto Vecchio e la musica delle Due Sicilie con MBL, don Luciano Rotolo con la Fondazione Francesco II e la grande “bandiera pellegrina” e, per finire, le nostre mogli e le nostre bimbe, le nostre famiglie (pazienti e rassegnate e/o partecipi!).
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