Gaeta 2017. Stanchi (alcuni di noi) ma felici. Centinaia di persone ad affollare (fin dal venerdì) le sale per gli incontri tra i gruppi (oltre 20: un evento nell’evento per il mondo borbonico-meridionalista, il primo vero e massiccio “raduno” di questo mondo), per Napoli-Genoa (2 a 0) come in curva, per le strade e le piazze delle visite guidate (con Tesori dell’Arte e Terraurunca), nella sala per il libro sulla Marina Borbonica di Carreca, lungo quel meraviglioso corteo con i primi mattoni del Monumento per la Memoria delle Due Sicilie “guidato” dalle indicazioni del maestro Massimo Patroni Griffi e dalle parole di Pino Aprile (e del sottoscritto), fino al convegno con il bel messaggio del Principe Carlo di Borbone, i saluti del sindaco di Gaeta e quelli (più che mai significativi) dei sindaci di Motta e Mongiana, gli interventi di Fiore Marro (i fraterni “colleghi” CDS), Pino Marino (e il bellissimo progetto- film) Marina Carrese (e il libro-monumento di de’ Sivo), le splendide e coinvolgenti note della Real Cappella Napolitana e di Popolo Vascio, fino al commovente intervento teatrale-musicale di Eddy Napoli con Angelantonio Aversana e Mimmo Matania e al concerto-verità (“Al Sud” e altrove) di uno splendido Povia (sala gremita, tutti in piedi) e fino al docu-film sui “briganti” di Ena e Vecchio. Folla anche domenica mattina per la cerimonia religiosa dedicata ai nostri caduti con don Valentino, don Massimo, don Luciano e con l’Associazione Cavalieri Costantiniani guidata da Franco Ciufo fino al consueto alzabandiera dei nostri soldati guidati dal capitano Alessandro Romano, simbolico e beneaugurante atto conclusivo di tre giornate più che mai solari (e non solo climaticamente).
“Grazie” è stata l’altra parola-chiave di Gaeta 2017: “grazie” dagli organizzatori (Alessandro, Salvatore, Emilio -neomilitante vero e prezioso- con D’Addazio, Foti, Pulcrano eTerlizzi per il comitato del monumento) ai partecipanti (camere esaurite e di questi tempi non era facile), “grazie” dai partecipanti (anche in queste ore con tanti messaggi) agli organizzatori, “grazie” (siamo fieramente poveri e non avevamo alternative) ai singoli e ai gruppi che (anche con 5 o 10 euro) hanno contribuito alla “colletta” per i “mattoni della memoria” (elenco aggiornato su neoborbonici.it).
PS “grazie” pure a moglie&figlie che in queste giornate gaetane mi hanno supportato/sopportato (mia figlia Annachiara, raccomandata ma “autrice” del fiore/logo del monumento, ha collocato il mattone di Napoli).
“Dalla fine di un’attesa all’inizio di un fatto”: rubo questa sintesi a Pino Aprile (sua, in “Carnefici”, l’idea del monumento) perché davvero Gaeta 2017 è stata importante. “Un mattone e un fiore”, con la terra e l’acqua dalle province del Regno, con le lacrime di tanti a leggere, finalmente su una pietra, i nomi di Gaeta, Napoli, Palermo o Messina, Pontelandofo, Casalduni o Castellammare del Golfo… un “fatto” veramente nuovo come nuovo è stato questo primo, vero, convinto e massiccio raduno del mondo borbonico-meridionalista: chi conosce la nostra storia, chi ama la 
nostra terra non poteva non stare a Gaeta. Ideali, tradizioni e sentimenti non sono parole retoriche e hanno cancellato polemiche, contrasti e scetticismi, con le poche, irrilevanti, fisiologiche e tristi eccezioni di chi non c’era (e ora magari si rammarica di essere “rimasto fuori”) e con la speranza che, nelle prossime occasioni, possa aggregarsi a tutti noi. Dopo Gaeta 2017 (e verso le prossime tappe del monumento per Gaeta 2018) è tutto più chiaro sulla strada complicata ma meravigliosa della Memoria, dell’Orgoglio e del Riscatto.
Gennaro De Crescenzo