Serva tra le serve di un bordello dei Quartieri spagnoli, Nanà racconta la sua giornata di doloroso furore. È “Luparella” che Enzo Moscato scrisse e mise in scena per mitiche rappresentazioni nella metà degli anni Ottanta, e affidò poi, con generosa e felice intuizione, all’invenzione ed al sapere grande di Isa Danieli che ne fece un drammatico affresco. A distanza di una quindicina d’anni, la Danieli riprende al teatro Nuovo quel tessuto prezioso, quel racconto inorridito, quello stupore disperato e lo fa suo e nuovo, inventando nuovi passaggi e sbalzi d’umore, sussulti di memoria per agili percorsi di canti, di sguardi, di parole, di gesti precisi. Come avesse sulle labbra una lama capace di colpire al cuore lo spettatore. Lasciandolo vivere però, ferito sì ma dolcemente. Per una rappresentazione preziosa carica di ironia e di dolore, a raccontare di una vecchia puttana morta di parto e oltraggiata, e di una giovane serva capace di uccidere per furibonda pietà. Filigrana della scrittura di Moscato che ci dice di anni avviliti, di una città violata, di guerra e miseria, di sussulti d’amore, di passione e di odio. “Luparella” è un capolavoro del nostro teatro che si esalta grazie a questa grande attrice generosa. Allo spettacolo offrono importanti apporti le incursioni di Enzo Moscato e le musiche di Pasquale Scialò. Si replica fino a domenica 21.

www.napoli.repubblica.it