Solo un pari con l’Atalanta per i ragazzi di Benitez che da Bergamo tornano con l’amaro in bocca per una partita dominata, soprattutto nel primo tempo, e per la mole di gioco prodotta a dispetto di un risultato che indubbiamente gli sta stretto. Clamorose le opportunità avute dagli attaccanti azzurri (incredibile errore di Callejón a pochi centimetri dalla linea di porta) a tu per tu con l’estremo difensore Sportiello, eroe della serata per i bergamaschi, protagonista di due super parate, la prima sul tap-in di Mertens allo scadere respinto appena sulla linea e la seconda sul rigore di Higuain nel recupero. Il gol atalantino è frutto del solito errore macroscopico della difesa partenopea con Albiol mal piazzato e scavalcato dal cross di Raimondi che Denis spedisce prontamente in rete battendo Rafael. Finisce 1-1 con il grande rammarico per Benitez e i suoi di non aver approfittato dei contemporanei passi falsi di Juve, Sampdoria e Udinese che avrebbero consentito alla squadra di accorciare sulla vetta della classifica e di guadagnare il terzo posto.

BERGAMO. Stadio Atleti Azzurri d’Italia. Una delle trasferte storicamente più ostiche per il Napoli, spesso luogo di rovinose disfatte come quella subita dai ragazzi di Benitez lo scorso anno con un netto 3-0 a favore degli atalantini. Il tecnico spagnolo, infatti, sembra tenerla ben presente nella memoria al momento di scegliere gli uomini da mandare in campo: formazione titolare in gran parte confermata rispetto al 6-2 col Verona ad eccezione di Jorginho e Insigne sostituiti da Inler e Mertens. Colantuono risponde con una doppia diga (4-5-1) e il solo Denis a reggere tutto il peso dell’attacco. Il Napoli è fin da subito in controllo del match, amministra il possesso palla e allarga la manovra sulle fasce laterali cercando di trovare il varco giusto per l’imbucata, ma lo sviluppo avviene per vie orizzontali e manca il guizzo per scardinare la roccaforte bergamasca. Allora i ragazzi di Benitez iniziano a provare il tiro da fuori, prima con Hamsik che costringe Sportiello alla respinta in angolo e poi nel finale di primo tempo con Mertens che si gira con una mezza piroetta e conclude sul palo lungo impegnando severamente il portiere nerazzurro. La statistica del possesso palla dei primi quarantacinque minuti è eloquente: 76% a favore del Napoli che però fatica a trovare gli spazi giusti. Nella ripresa Mertens comincia da dove aveva finito, si libera di Migliaccio e scaglia una sassata che si infrange di poco fuori dallo specchio. Al 57’ Albiol compie due errori che risultano fatali. Il centrale spagnolo si sgancia dalla linea difensiva per uscire in anticipo su Denis il quale lo batte sul tempo e apre su Raimondi che corre sul fondo e gli serve l’assist: a quel punto Albiol è in ritardo in marcatura e il suo tentativo di tagliare sul primo palo fa sì che venga scavalcato dalla traiettoria del pallone sul quale si avventa come un falco il Tanque, spedendolo alle spalle di Rafael. Sesta rete dell’argentino contro la sua ex squadra, vittima preferita delle sue zampate. Gli azzurri allora accelerano la manovra d’attacco e Ghoulam si propone con una splendida serpentina sulla sinistra, ma il suo cross rasoterra viene sprecato malamente da Callejón che a trenta centimetri dalla linea di porta alza il pallone sopra la traversa. La panchina è incredula, però Benitez vuole avere ragione anche della sfortuna: inserisce Insigne e Jorginho al posto di Hamsik e David Lopez, ottenendo maggiore spinta offensiva. Con il trio-fantasia formato da Insigne-Mertens-Callejón la squadra produce il massimo sforzo per ottenere il pareggio. È proprio lo scugnizzo di Frattamaggiore a dare più ampiezza e vivacità al gioco e quando trova il varco giusto prova anche la conclusione dal limite come avviene al 75’ con la palla che fa la barba al palo alla sinistra di Sportiello. All’83’ Cigarini, già ammonito per gioco pericoloso, rimedia il secondo cartellino: l’arbitro Damato lo manda in anticipo sotto la doccia lasciando l’Atalanta a resistere in dieci all’assedio finale degli ospiti. La doppia muraglia studiata da Colantuono si sgretola, così, tre minuti dopo capitolando al cospetto di una giocata da fuoriclasse del Pipita: nel cuore dell’area, marcato stretto dai centrali, Gonzalo Higuain si gira verso la porta in una manciata di centesimi di secondo e indirizza il pallone lì dove Sportiello non può arrivare. È 1-1, ma i ragazzi di Benitez non sembrano accontentarsi. Il segnale più forte arriva proprio dall’allenatore che inserisce Zapata al posto di Ghoulam per sfruttare le palle alte in area nell’assedio finale azzurro. Negli ultimi minuti accade di tutto: prima Sportiello respinge incredibilmente sulla linea il tap-in di Mertens in area piccola, poi para il rigore procurato da Zapata su trattenuta di Stendardo e calciato discretamente da Higuain che in dieci minuti illude e poi delude, soffocando nella gola l’esultanza per una vittoria che avrebbe dato ulteriore morale e una veste diversa alla classifica. Il fischio finale sancisce un risultato che sta stretto al Napoli, l’ennesima battuta d’arresto che impedisce l’aggancio in scia del treno delle migliori. A onor del vero va tenuto conto che più volte la squadra quest’anno ha dimostrato, come in questa occasione, di essere in credito con la fortuna e nello sport, si sa, questo può incidere sui risultati. Lo sa bene Rafa Benitez che nel post partita ha messo in rilevo proprio questo aspetto: «Stasera abbiamo creato molte palle gol oltre al rigore, abbiamo fatto tutto il possibile per vincere ma non ci siamo riusciti. Abbiamo subìto un tiro ed è stato subito gol. Una partita controllata così per novanta minuti meritava un altro risultato. È un’annata iniziata con un po’ di sfortuna». Così il rigore del possibile terzo posto in solitaria si trasforma nella beffa delle beffe, proprio nella serata in cui la Juve di Allegri dimostra di essere una lontana parente di quella macina-record di Conte cadendo nel finale a Marassi contro il Genoa. Un’occasione persa per dimostrare una vera maturazione nella mentalità e nella personalità che, è evidente, non sono ancora quelle della grande squadra. Occorrerà, allora, meditarci su a lungo in vista dell’impegno di sabato al San Paolo contro la Roma capolista. I ragazzi di Benitez non dovranno farsi cogliere impreparati dall’appuntamento più importante, fin qui, della stagione. Perché il Napoli non può essere solo una comparsa di questo campionato. Perché questo Napoli deve assolutamente ritrovare la via perduta. Nella mente un solo obiettivo: vincere.

Giovedì 30 Ottobre 2014

Dario Di Pascale

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