Si è svolta alla Libreria Loffredo al Vomero la presentazione del libro di Pietro Funaro “Mani sul terremoto”. Presenti, insieme all’autore, il giornalista Giuseppe Picciano ed Ermanno Corsi, autore tra l’altro della prefazione. L’opera, pubblicata dalla casa editrice “Spazio Creativo” ripercorre i trentadue anni che intercorrono tra il tragico terremoto dell’Irpinia dell’’80 e i giorni nostri. In particolar modo, l’obiettivo dell’autore è raccontare la verità degli accadimenti che hanno caratterizzato le regioni colpite dal sisma ed in generale l’Italia intera. Il sisma del 23 novembre 1980 è un ricordo indelebile per chi ha vissuto quegli attimi di terrore; le regioni colpite furono tre (Campania, Basilicata e Puglia), tre mila i morti, nove mila feriti e circa trecento mila gli sfollati. Oltre a questi dati però, anche in un evento così drammatico, è stata portata avanti una storiografia parallela a quella reale: l’obiettivo di Funaro non è quindi quello di narrare o imporre una sua verità, ma analizzare ed esternare i dati emersi dagli atti e dalle fonti del tempo, secondo un vero e proprio metodo storico. Ermanno Corsi ha evidenziato l’attualità del tema nonostante gli anni trascorsi e la bontà dell’opera di Funaro; l’espressione “il terremoto è venuto solo per fare danni” racchiude bene un concetto quanto mai attualizzabile: da un evento drammatico quale è un sisma che, da alcuni, fu interpretato all’epoca come occasione per risolvere la già allora storica questione meridionale nonché esempio di solidarietà (basti pensare alla legge processo n.219), è riemerso invece, nuovamente, l’antimeridionalismo che né cittadini né forze politiche sono stati in grado di fronteggiare.

Domenico Matania