Una lettera, questa, che nasce dai tanti fiocchi di neve di una giornata surreale in un paese dell’Appennino laziale, a qualche chilometro da ciò che un tempo erano i confini del Grande Regno delle Due Sicilie. Fiocco dopo fiocco, quando tutto si vestiva di un candore di cui sembra si sia persa la memoria, ecco l’idea!! Il desiderio di dare un abbraccio virtuale a tutti quei paesi che sopravvivono all’indifferenza di chi li dovrebbe tutelare ed invece ne fa scempio. Da ammiratrice di queste piccole realtà e da membro del neonato Parlamento delle Due Sicilie vorrei far sentire la mia vicinanza alle migliaia di piccole realtà che sono il tessuto connettivo di questo Paese malato, in particolare il mio pensiero è rivolto ai paesi del Centro-Sud, dall’Abruzzo alla Sicilia, che dall’Unità d’Italia ad oggi hanno vissuto delle mille promesse e del finto sviluppo. Ma sviluppo di cosa?! Cosa ha inteso la Politica per sviluppo?! Sinceramente non ho ancora capito!! So solo che questa Nazione mi sembra si sia sempre vergognata di essere stato un Paese prevalentemente agricolo, che abbia sempre considerato cafoni i contadini, i primi ad avere pagato con l’emigrazione il prezzo “dell’Unità”. Ai contadini rimasti, o ai figli di questi, è stato detto che per emanciparsi dovevano indossare una “tuta blu” e diventare i nuovi ingranaggi dell’economia industriale, peccato che l’industrializzazione al Sud abbia avuto, in prevalenza, come protagonisti gl’imprenditori del Nord che hanno impiantato i loro capannoni, senza mai svolgervi alcuna attività, solo per depredare ulteriormente le casse dello Stato oppure gli altri che hanno considerato le terre meridionali come delle nuove colonie. Cos’è rimasto di tutto questo?! Disoccupazione (quindi altra emigrazione) e tante terre, una volta fertili, devastate.
La mia esortazione va a tutti quelli credono nel Sud, rimbocchiamoci le maniche e facciamo del nostro orgoglio le basi di un futuro migliore, che può essere tale solo se la rinascita avrà come attori tutti i piccoli centri che come Alfieri del tempo mantengono viva la nostra identità.
 
Sonia Falace