VENERDI’ 1° OTTOBRE 2010 ore 18,30 presso il Circolo Unificato Militare in via C. Battisti, Caserta, la delegazione di CASERTA del MOVIMENTO NEOBORBONICO, e l’”Editoriale IL GIGLIO di Napoli, organizzano il convivio culturale “LA BATTAGLIA DEL VOLTURNO”. Relazioneranno dr. Pompeo De Chiara, il prof. Gulì Vincenzo, il capitano Romano Alessandro e la dr.ssa Marina Carrese .
E’ previsto un picchetto d’onore con uniformi militari borboniche e un banchetto bibliografico molto nutrito. Programma: ore 16.30 lancio di fiori presso il fiume Volturno (Capua); ore 17.30 Santa Messa per ricordare i caduti (Chiesa di S. Sebastiano a Caserta). “Il 1° ottobre era di lunedì. I garibaldesi scherzavano sul fatto che questo era il giorno in cui i napoletani attaccavano, sospinti dalle preghiere e dagli incitamenti dei cappellani nella messa della domenica precedente: e questa volta avevano proprio ragione. Francesco aveva inviato alle truppe un proclama, invero tra i meno felici, troppo umanitario per essere diretto ad uomini che avrebbero dovuto uccidere. Comunque rimase per tutto il tempo in prima linea, al fianco di Ritucci.  La mattina del 1° ottobre, alle tre e mezza, uscivano le truppe da Capua per assalire il nemico. A S. Maria i garibaldesi degli avamposti di Milbitz, schierati al cimitero ed ai Cappuccini, udirono il ràuco grido di “viva ‘o Re” e videro emergere da una fitta bruma i soldati napoletani, decisi a consumare la loro vendetta per le umiliazioni patite in Sicilia e Calabria. Si erano fatte le cinque circa e i garibaldini, a questa vista, si ritirarono prontamente dietro la scarpata della ferrovia e le barricate rafforzate nei giorni precedenti, protetti da due piccole batterie servite da artiglieri piemontesi e marinai inglesi. “ Così iniziava il 1° Ottobre 1860 quella che fu definita l’unica vera battaglia della “Campagna del Sud” nella quale si fronteggiarono i Garibaldesi ed i nostri avi sotto l’uniforme borbonica. Si fronteggiarono due modi di intendere la società che era in continua trasformazione contrapponendo non solo forze militari bensì principi e valori che segneranno per sempre il Meridione d’Italia. Da ambo le parti lo scontro fu durissimo ed in diverse zone, forti della presenza totale sul campo di guerra di 24.000 garibaldini contro i 25.000 borbonici, ci furono scontri segnati dall’inefficienza dei capi militari borbonici, da dosi di fortuna che sovrintende tutte le cose della vita e dall’abilità di Garibaldi. La più grande battaglia di tutta la campagna del 1860-61 era terminata. Il costo per gli invasori era stato di 3423 uomini: 506 caduti, 1528 feriti, 1389 fra prigionieri e disertori. Le perdite napoletane erano state poco più gravi, 3735 uomini, di cui 308 caduti, 820 feriti e 2507 prigionieri. I luoghi dove si svolsero le varie fasi della battaglia coinvolsero Capua, San Tammaro, Sant’Angelo in Formis, S. Maria Capua Vetere, San Leucio di Caserta, la stessa Caserta presso la chiesa di Montevergine in via San Carlo, Maddaloni, Valle di Maddaloni, Castelmorrone (denominata vergognosamente le Termopili d’Italia) Casertavecchia, Caiazzo, Limatola, Sessa Aurunca… Noi ricorderemo quella giornata per onorare i caduti di parte Borbonica ovvero dei caduti Meridionali che difendevano il NOSTRO SUD dall’invasore.  Noi ricorderemo la vita che seppero dare quei coraggiosi eroi che non ebbero nemmeno una cristiana sepoltura cimiteriale a ricordo del loro immane sacrificio… Noi ricorderemo i loro volti, i loro nomi le loro grida di inneggio al RE che era il simbolo della nostra TERRA, della nostra CULTURA, della nostra STORIA. Noi ricorderemo con un lancio di fiori nelle sacre acque del Volturno, il nobile tentativo dei nostri bisnonni di opporre allo straniero invasore, con la propria vita, quella che si rivelò la più grande bugia del secolo: l’Unità d’Italia che mai fu realizzata sottoponendoci di fatto a Colonia del Nord.