Uscirà entro la fine dell’estate il nuovo libro dell’Editoriale Il Giglio dedicato a Ferdinando II di Borbone, del quale ricorrono i 150 anni dalla morte (22 maggio 1859). Ferdinando II. La Patria delle Due Sicilie è il titolo del saggio, curato dal prof. Gennaro De Crescenzo, studioso e presidente del Movimento Neoborbonico. Il volume, che sarà inviato ai soci del Giglio prima della commercializzazione e della distribuzione alle librerie, contiene un’appendice Nuove ipotesi sulla morte di un Re, nella quale si ripropone, alla luce di nuovi documenti la tesi dell’avvelenamento di Ferdinando II. Anticipiamo qui un brano del libro:
 
«Secondo Francesco Saverio Nitti, tra il 1894 e il 1898, la spesa media relativa ad opere pubbliche, fu di 334 lire pro capite, per gli abitanti del Centro-Nord, di 110 lire per quelli del Sud.
Tra il 1862 e il 1897, lo Stato italiano spese circa 458 milioni nelle bonifiche idrauliche: 267 per l’Italia settentrionale, 188 per quella centrale, meno di 3 per quella meridionale54.
La crisi delle industrie del Sud fu rapida e inesorabile, soprattutto se rapportata alla contemporanea ascesa di quelle settentrionali. Interventi ordinari e straordinari anche più recenti non hanno cambiato la situazione e il divario tra Nord e Sud è divenuto sempre più netto e pesante.
La storia non si fa mai con i se, ma in questo caso si tratta di una certezza: se Ferdinando II fosse vissuto ancora qualche anno, l’unificazione italiana non ci sarebbe stata o non avrebbe avuto gli sviluppi che conosciamo. Di qui, allora, la necessità e l’urgenza di una sua eliminazione fisica, come si dirà in seguito. Tutti colpevoli, gli storici meridionalisti di ieri e di oggi, che per decenni hanno inseguito questa o quella tesi, questa o quella interpretazione quasi sempre legata ad una subalternità culturale che li portava a criminalizzare o ignorare la storia del Sud pre-unitario dei Borbone, fino a rapportare i suoi problemi addirittura all’epoca medioevale o a epoche quasi preistoriche.
Meglio accettare la tesi dei Meridionali inferiori, magari geneticamente, piuttosto che riconoscere le responsabilità di quella che fu una pura e semplice colonizzazione. Del resto, le classi dirigenti meridionali non potevano che essere subalterne alle scelte politiche centro-settentrionali per restare classi dirigenti e tramandarsi cariche politiche, cattedre universitarie o ruoli di intellettuali ufficiali. Subito dopo il 1860 furono licenziati persino gli impiegati delle ferrovie giudicati reazionari o borbonici dalla Polizia. Inutile dire come furono scelti i docenti, i giornalisti o gli stessi politici e che possibilità avevano di affermare la verità storica e rivendicare le proprie ragioni.
Tutti colpevoli di non scrivere, dire o gridare la verità sulle migliaia di Meridionali massacrati, chiamati briganti ed espulsi dalla storia proprio in quegli anni. Tutti colpevoli di non aver fatto nulla, o addirittura di avere indicato l’emigrazione come unico rimedio possibile per risolvere gli atavici problemi del Sud negli stessi anni. Impegnati in dibattiti sereni e distaccati e nell’elaborazione delle loro astratte tesi, lontani dal popolo che avrebbero dovuto rappresentare, contro quello stesso popolo, ignoravano colpevolmente le due più grandi tragedie che la storia d’Italia possa ricordare: quella del brigantaggio e quella ancora attuale dell’emigrazione.
L’unica strada che possiamo percorrere per risarcire i Meridionali morti o partiti in questo secolo e mezzo è quella della verità storica. Nell’attesa di classi dirigenti finalmente fiere e orgogliose, proprio come Ferdinando II, e degne di rappresentare il Sud di domani».(LN20/09)
 
 
TRADIZIONE: SEMPRE PIÙ MESSE TRIDENTINE IN FRANCIA
 Quali effetti ha prodotto in Francia, epicentro della secolarizzazione e della crisi della Chiesa cattolica, il Motu Proprio del Papa Summorum Pontificum sull’uso del rito tridentino? A due anni dalla sua promulgazione (7 luglio 2007) un rapporto dettagliato è apparso sul blog Rorate Caeli (http://rorate-caeli.blogspot.com/2009/07/two-years-after-summorum-pontificum.html). Le cifre segnalano un aumento rilevante del numero di messe tridentine celebrate e del numero di fedeli che vi partecipano, a dispetto di ogni tentativo di ostacolare o vanificare il Motu Proprio di Benedetto XVI. Alla vigilia del documento papale la messa in rito tridentino veniva celebrata in Francia in 132 tra chiese e cappelle con il consenso del Vescovo locale sulla base del Motu Proprio Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II (2 luglio 1988). Inoltre la Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata da Mons. Marcel Lefebvre, celebrava il rito tridentino in altri 184 luoghi di culto. Due anni dopo le chiese e le parrocchie dove si celebra la Messa detta di San Pio V, sono 72 in più, con un incremento del 55%, mentre é rimasto inalterato il numero di celebrazioni a cura dei sacerdoti della Fraternità S. Pio X. L’aumento è tanto più significativo se si pensa che, tra il 1988 ed il 2007 l’incremento annuale del numero di Messe tridentine oscillava tra il 2 ed il 5%. Va aggiunto che gruppi anche consistenti di fedeli francesi sono in attesa di una risposta dai Vescovi ai quali si sono rivolti per chiedere l’applicazione del Motu Proprio di Benedetto XVI . Al momento sono 350, nelle diocesi francesi, i gruppi di cattolici che hanno presentato una richiesta formale di applicazione del Motu Proprio. Oltre 600 gruppi di fedeli, invece, hanno chiesto informalmente a parroci e sacerdoti, oppure hanno sollecitato nel corso di incontri, l’avvio della celebrazione della messa tridentina. Un sondaggio condotto nel settembre 2008 dall’Istituto Csa per conto del sito Paix Liturgique (www.paixliturgique.com) ha segnalato che sono numerosi in tutte le 4 mila 500 parrocchie di Francia i fedeli favorevoli alla celebrazione del rito tridentino. Il rapporto pubblicato da Rorate Caeli stima in un 34% dei cattolici praticanti i francesi legati alla Messa di San Pio V. A settembre del 2007 il quotidiano dei Vescovi francesi La Croix (13.9.2007) aveva affermato che il Motu proprio Summorum Pontificum “non provoca alcun terremoto. Forse non è un terremoto, ma due anni dopo si può dire che la Messa Tridentina sta conquistando sempre di più i cattolici francesi. (LN20/2009).
 
TRADIZIONE: COSÌ IL TIROLO RICORDA ANDREAS HOFER
Con un bus multimediale che tocca i luoghi dei moti del 1809 il Museo Passiria e la Provincia di Bolzano stanno informando sulle celebrazioni per Andreas Hofer (1767-1810), eroe dell’insurrezione anti-napoleonica del 1809.
Il bus raggiunge le località dove Andreas Hofer sostò 200 anni fa e distribuisce materiale informativo sulle manifestazioni e gli eventi legati al bicentenario. A bordo i visitatori possono assistere tra l’altro ad un film-documentario e ad una presentazione in Powerpoint e partecipare ad un gioco a quiz. “Il bus – ha spiegato l’assessore alla cultura della Provincia di Bolzano, Sabina Kasslatter Mur – ci permette di raggiungere le principali località che diversamente non sarebbero state toccate dalle iniziative del bicentenario e di approfondire la riflessione sulla storia e il futuro della nostra regione (Ansa, 20.9.09).
Durante la guerra del 1809 Andreas Hofer, alla testa dei famosi Schützen, tiratori scelti tirolesi, sconfisse tre volte le truppe franco-bavaresi al comando di Napoleone. Tradito da un contadino, il 28 gennaio 1810 Andreas Hofer fu catturato nei pressi di San Martino in Passiria ed il 20 febbraio fu fucilato a Mantova. In tutto il Tirolo monumenti, targhe, manifestazioni annuali, ed ora anche una mostra permanente al MuseoPassiria intitolata,”Eroi & Hofer, lo ricordano. Il canto “Zu Mantua in Banden der treue Hofer war (“Il fedele Hofer era a Mantova in catene”) è diventato l’Inno del Tirolo. (LN20/2009) 
 
INIZIATIVA ESEMPLARE AL MUNICIPIO DI LISBONA
Un gruppo di monarchici portoghesi ha sostituito la bandiera repubblicana con una bandiera monarchica sul balcone dei Paços do Concelho, sede del Municipio di Lisbona. L’iniziativa è stata realizzata nella notte tra il 9 ed il 10 agosto. Quattro simpatizzanti del blog “31 da Armada”, indossando maschere per non essere identificati dalle telecamere della videosorveglianza, si sono recati poco prima di mezzanotte alla sede del Municipio. Uno di essi con una scala è salito sul balcone, dove ha ammainato la bandiera repubblicana innalzando al suo posto quella monarchica. L’azione propagandistica è stata interamente filmata dai simpatizzanti di “31 da Armada”, ed è visibile sul blog (http://31daarmada.blogs.sapo.pt). Il vessillo monarchico ha sventolato fino alla tarda mattinata del giorno dopo quando, soprattutto per l’attenzione dei mass-media, il personale del Municipio di Lisbona si è reso conto dell’accaduto. Ampia è stata la eco dell’azione propagandistica, condotta da un piccolo gruppo, sui mass-media. Il principale quotidiano portoghese Diario de Noticias (11.8.2009) ha pubblicato in prima pagina la notizia insieme ad un’intervista al fondatore del blog “31 da Armada”, Rodrigo Moita de Deus. Un giudizio positivo sull’iniziativa è stato espresso da S.A.R. Dom Duarte Pio di Bragança, capo della casa reale portoghese. (LN20/2009)
 
Lettera Napoletana
Periodico d’informazione dell’Editoriale Il Giglio
n. 20 – settembre 2009