In piena bufera elettorale per la nomina del primo cittadino di Napoli cogliamo l’occasione per ripercorrere la storia del celebre Palazzo S. Giacomosede dell’amministrazione comunale. Il Palazzo prospetta su Piazza Municipio e, se oltrepassa Nettuno con il suo tridente (Fontana del Nettuno, già in Largo di Palazzo, poi in Piazza Bovio, poi in Via Medina e ora in Piazza Municipio) e il cantiere della stazione della metropolitana, riesce ancora a guardare il mare.

L’edificio dal 1861 è sede del Municipio, ma fu realizzato nel 1816-25 dagli architetti Stefano e Luigi Gasse, per volontà di Ferdinando I di Borbone che in quel luogo decise di riunire tutti i ministeri del Regno delle Due Sicilie. “S. Giacomo” deriva dal nome della Chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli, che fu inglobata nell’ala destra del nuovo edificio, pertanto, poiché privata della facciata originaria, vi si può accedere mediante il portale di destra del palazzo ottocentesco. La chiesa fu commissionata dal viceré spagnolo Pedro de Toledo nel 1540 a Ferdinando Manlio e costituiva una delle più importanti “chiese nazionali” della città, ossia quelle chiese edificate per le comunità straniere residenti a Napoli.

S. Giacomo degli Spagnoli conserva importanti opere d’arte come quelle di Marco Pino e di Domenico Antonio Vaccaro e ospita  lo splendido Sepolcro del viceré Pedro de Toledo e della viceregina Maria Ossorio Pimentel, eseguito da Giovanni da Nola nel 1539 (quando il committente era ancora in vita). Appena si varcano le soglie del Palazzo del Municipio è possibile ancora ammirare le sculture che ritraggono i sovrani Ruggero il Normanno e Federico II di Svevia di Antonio Calì e alcune allegorie. Vicino alla scalone oggi è la celebre Marianna ‘a capa ‘e Napule, una testa di donna marmorea risalente al periodo tardo-romano, che costituisce un vero e proprio simbolo cittadino.

Dopo l‘Unità d’Italia Palazzo S. Giacomo ha dovuto subire una serie di trasformazioni, da officina degli affari politici, economici, sociali e culturali di tutto il Mezzogiorno, infatti, è divenuto teatro dei complessi programmi di amministrazione della sola città di Napoli.

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