E’ singolare la proposta di alcuni rappresentanti del Governo per far uscire l’Italia dalla emergenza Covid-19 introdotta, tra l’altro,  da due rappresentanti politici di origine Meridionale e precisamente il Sottosegretario Responsabile del Dipartimento per la Programmazione ed il Coordinamento di Palazzo Chigi, l’On Mario Turco (eletto a Taranto), coadiuvato dal Ministro  Siciliano Giuseppe Provenzano attraverso il c.d. “Piano per il Sud”.

Ebbene tra le articolate 154 pagine del documento governativo vi è la richiesta di  sospendere un articolo di legge, e cioè la n.18 del 27 febbraio, che dal 2017 attende di essere applicata, e che  impone allo Stato di destinare alle Regioni del Sud il 34 % delle risorse ordinarie, proprio perché nelle Regioni del Mezzogiorno vive il 34% della popolazione, a cui va però purtroppo solo il 28% della spesa pubblica inclusi i fondi Europei, che tra l’altro dovrebbero essere aggiuntivi, destinando, orami dai un secolo e mezzo, meno del 20%  per investimenti ferroviari,  turistici e dello sviluppo sociale.
Oggi lo Stato spende circa 4.350 euro in meno per ogni Meridionale, 85 miliardi in meno all’anno, 850 miliardi in meno negli ultimi dieci anni e per l’assistenza alle famiglie destina  quasi 40 euro pro capite a Trieste e meno di 10 euro a Vibo Valentia. Il Decreto Legge n. 243/2016 all’art.7/bis per la prima volta in Italia parlava di … “destinare un volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari(e spesa erogata) in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento”…. Questo a mio avviso si chiama FURTO di risorse e di diritti, che non devono essere concetti astratti ma rappresentano persone, ammalati, bambini, studenti, pendolari, i cui fabbisogni non possono diminuire secondo il luogo di residenza o il reddito.
La situazione di crisi del Corona Virus, che ha colpito tutta l’Italia, ma molto meno le Regioni del Sud, dovrebbe avere oggi il Mezzogiorno come protagonista, in attesa che anche al Nord il numero dei contagi diminuisca sensibilmente, anche perché, se nelle regioni Meridionali vi è una immediata e solida ripartenza, a beneficiarne è l’intero Paese. Oggi, anche secondo le parole del Presidente del Consiglio Superiore di Sanità si attesta che il contagio non ha sfondato sotto la linea gotica, nonostante il sistema sanitario Meridionale sia più fragile di quello settentrionale, indicando in Regioni come la Calabria, la Basilicata, la Sicilia ma anche in proporzione la Puglia e la Campania un minor numero di contagi e di terapie intensive, al netto dell’esodo di massa avvenuto dal Nord il 7 marzo scorso.
Un divario che si fa ancora più ampio considerando il numero dei decessi, infatti il rapporto tra Meridione e settentrione è di circa uno a 18 dove parte del merito va anche ad alcuni illuminati governatori regionali che hanno istituito delle zone rosse laddove ce n’era bisogno (a memoria ne ricordo quattro nel Lazio, cinque in Campania, 1 in Calabria e d 1 in Sicilia). Isolare i piccoli territori più colpiti certamente ha funzionato; la Campania, forse,  ha preoccupato un po’ di più delle altre, semplicemente perché è tra le più popolose, con un’alta densità abitativa e dove ci sono più contatti tra le persone.
La proposta di poter riaprire in modo differenziato in alcune Regione del paese prima di altre, troverebbe una condizione favorevole soprattutto per le Regioni Meridionali che hanno assoluto bisogno di poter sfruttare il loro patrimonio naturalistico, storico e culturale per la stagione estiva oramai alle porte e che non può ulteriormente subire rinvii.
Infatti è dal 20 febbraio che le prenotazioni per l’estate si sono rallentate e spesso le poche telefonate che si ricevono sono solo per effettuare annullamenti; ci sono tanti piccolissimi, piccoli e medi  imprenditori del settore turismo come albergatori, guide turistiche ed in generale tutti gli operatori del comparto,  che hanno fatto importanti investimenti economici e quindi guardano con moltissima preoccupazione al loro futuro. In questo frangente si chiede di ricevere assistenza adeguata per proteggere una filiera fondamentale al prodotto interno Regionale e Nazionale e per continuare a credere in una ripresa soddisfacente.
Si devono valutare tutte le misure adeguate da mettere in campo, ogni Regione Meridionale attraverso dei  tavoli tematici con le proprie Giunte e Consigli Regionali, dovrebbero fare massa critica nei confronti del Governo in modo tale da cancellare ogni tributo, imposta ed adempimento fiscale, prevedendo sgravi ed ammortizzatori, promuovendo campagne promozionali, per le vacanze, a tutti  cittadini Italiani, ad esempio in occasione nella prossima Borsa Mediterranea del Turismo che è stata programmata per fine maggio a Napoli, spingendoli a trascorrere periodi di vacanza nelle Regioni del Sud, che ad oggi sono considerate tra le mete le più sicure e tranquille di tutto il Mediterraneo.
Si potrebbe promuovere in modo coordinato e unitario presso tutti i tour operator una reale  garanzia di cancellazione delle prenotazioni in qualsiasi momento senza penali e  senza franchigie per i turisti, oppure proporre azioni congiunte tra Governo, autorità sanitarie ed albergatori, al fine di dare maggiori sicurezze sul piano della sanificazione degli ambienti, prevedendo protocolli di immediato intervento in casi di sospetto contagio, anche con l’ausilio di alcuni testimonial che diano sicurezza ed affidabilità. Ed ancora, pubblicità ed informazione massicce ai turisti sui comportamenti corretti da tenere quando si giunge nelle località turistiche così non solo da tranquillizzare gli stessi, ma anche le popolazioni che li accolgono. Ecco, però il fattore tempo è fondamentale, queste potrebbero essere  tutte misure da mettere  in campo il prima possibile, così da impegnarsi seriamente nel tentativo concreto di salvaguardia di una stagione turistica oramai certamente unica e molto complessa.
Sono secoli che si attende la ripresa del Sud, oggi si ha la possibilità di risarcire un minimo di ciò che non è stato concesso in termini di risorse e di sviluppo. Approfittiamone e muoviamoci!
Luca Monsurrò