Difficile parlare del Napoli dopo la disfatta di Verona. Dobbiamo farlo, però, perché è vero che nelle ultime (e ormani troppe) giornate la squadra non va; è vero che a fine stagione vanno riviste molte cose; è vero che la crisi di Cavani (rigore sbagliato compreso) preoccupa tutti e non preoccupa per la mancanza di quei gol ai quali ci aveva abituato ma per l’umore di un ragazzo che sembra esaurito nelle forze e nelle motivazioni. E’ vero anche, però, che gli stessi ragazzi in maglia azzurra, lo stesso tecnico e la stessa società ci hanno regalato per sette mesi un sogno. E’ vero che il Napoli, quando magari è in difficoltà, non ha gli aiuti per esempio di un Milan (date un occhio a rigori ed espulsioni a tutto vantaggio rossonero nelle ultime quattro giornate). E’ vero che mancano ancora 11 giornate in un mini-campionato che si può ancora vincere per arrivare secondi e direttamente in Champions. E’ vero che chi si proclama tifoso, anche e soprattutto oggi corre al San Paolo per dare una mano a quei ragazzi (non parliamo, ovviamente, di quella strana categoria che 3 settimane organizzava la festa per lo scudetto e oggi sta preparando i pacchi per portare nell’inceneritore di Acerra calciatori, tecnico e società…). “Comunque vada, grazie azzurri”: è il bellissimo testo di uno striscione apparso a Mergellina per il Napoli di Marchesi che stava lottando per un campionato che poi avrebbe perso a poche giornate dalla fine… Erano tifosi anche quelli che lo scrissero qualche anno fa e le maglie erano sempre azzurre…  S.L.